Tenente Medico BORTOLO MAZZOTTI di Bernardino, nato a Cologne Bresciano il 14 giugno 1887.
laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna il 16 dicembre 1913 con la tesi dell’appendicite.
Nel giugno del 1914 partì volontario, come tenente medico, per la Libia. Giunto a Bengasi fu assegnato allo squadrone Piacenza e Savari per passare poi nel mese di agosto al 15° Battaglione Ascari Eritrei.
In ottobre si trasferì col suo Battaglione in Tripolitania e poi nel Fezzan. Dopo aver partecipato a una sequela di combattimenti trovò la morte nello scontro a Tarhuna il 18 giugno 1915, alle ore 18.00 dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile nemico.
[...] Si, egli morì da eroe, come da eroe aveva combattuto con noi!
Ebbe campo nelle varie vicende del Battaglione di esplicare la sua abilità di medico, e di dimostrarsi soldato!
Solo sulla linea di fuoco, con ammirevole cura, medicava i feriti, come li avesse medicati in un ospedale ove regna la calma!
Coraggioso, calmo di fronte al fuoco nemico, era di esempio ai colleghi, agli inferiori!
Dopo la mortale ferita del Colonnello, gli fu più figlio che scienziato! Lo assistette notte e giorno con abnegazione e sacrificio ammirabile.
Il povero Colonnello lo amava come suo figlio!
Purtroppo il fato avverso doveva recidere la sua giovane esistenza togliendolo alla famiglia, alla fidanzata, ai colleghi, agli amici.
Una palla nemica lo uccise!
Eravamo assieme nel ripiegamento da Tarhuna.
Erano le 18. Un forte nucleo ci inseguiva! ma la
nostra calma teneva lontano i ribelli, che avrebbero voluto circondarci.
Una scarica micidiale si udì!
Il BORTOLO mi era distante due passi! Ahimè!
lo vidi stramazzare a terra pesantemente! Saltai giù dal mio muletto! Era già morto! fu colpito alla testa e morì senza proferire parola! Purtroppo ero solo, avrei voluto compiere l’ultimo tributo all’estinto! Il nemico si avvicinava ed il fuoco si faceva più vivo! Ero già ferito! Un saluto straziante........ lo lasciai!
Piansi sulla sua immatura morte!
Questa è l'esposizione veridica della fatale giornata! [...]
Dopo quattro mesi di angosciosa speranza, l’annunzio ferale è giunto! Quando nel lontano luglio arrivò ai nostri cuori il primo triste allarme, e ci si comunicò che nulla si sapeva della sua sorte dopo
il fatale combattimento di Libia del 18 giugno, l’animo nostro si ribellò a pensare per Lui una infausta fortuna.
Poi riuscendo vana ogni sorta di indaginose ricerche con amaro sforzo ci adattammo all’idea che realmente un crudo destino l’avesse colpito, ma non volevamo, non potevamo convincerci che fosse tolto alla famiglia un figliuolo diletto, a noi un amico impareggiabile.
Tutto pensammo; come ad un aiuto supremo ci avvinghiammo alla vaga parola « disperso » ed ogni giorno con assillante pazienza si aspettava un po’ di luce che ci togliesse da un incubo straziante...... tutto pensammo, fuorchè ci venisse in modo sì atroce spezzata l’estrema speranza di rivederlo.
Pure davanti al fatto irreparabile, per la traccia che Egli ha lasciato di sè nei nostri animi, sentiamo in noi una forza che ci impedisce di convincerci della sua dipartita.
L’espressione «mai più » supera la capacità di rassegnazione del nostro affetto infranto; mai più ci apparirà dinanzi eretto nella persona, sorridente e sereno sempre? mai più udremo la sua parola corretta nello scherzo facile, prudente ed equanime nelle affermazioni e negli apprezzamenti, generosa nelle indulgenze, forte e schietta negli affetti, aperta alla verità, pronta all’entusiasmo incondizionato per le cose buone? mai più potremo scoprire in Lui una delle tante virtù d’animo e d’ingegno, che Egli così gelosamente custodiva, per le quali ad ognuna che gli carpivamo, sentivamo più forte la simpatia e più saldo l'affetto?
Quali frasi useremo, per lenire, se fosse possibile, un tanto dolore alla Madre, alle Zie, alle sorelle sconsolate, cui mancherà d'ora in avanti l'affetto di Lui, così tenero ed appassionato?
Che diremo alla desolata fidanzata, cui solo rimane del sogno di sua vita il ricordo di un amore immenso, il voto straziante di un avvenire pieno di promesse e sorrisi?
Che diremo ai fratelli, agli amici suoi, che tanto Lo apprezzavano e gli erano legati perchè sotto un’apparente e rude freddezza avevano scorto un cuore generoso, fervido, altruistico; una mente sana, aperta, nutrita di promesse; un amore caldo per le bontà e bellezze della vita?
Che diremo ai compaesani che Lo amavano perchè gioviale e buono, che Lo stimavano perchè colto e modesto, che lo compiangeranno perchè già ne avevano valutate le doti di medico valente, premuroso ed assiduo?
Non lagrime, non lamenti sulla bara di Lui che morì compiendo la più santa delle opere umane e civili, che fra i primi si fece olocausto alla Patria, dacchè l’Italia si eresse a sublime difesa della civiltà e della sua maggiore grandezza!
FONTI
• Giornale di Medicina Militare 1915
• Giornale di Medicina Militare 1918
• Il Policlinico Sezione pratica · Volume 22 1915
•Biografie Mediche numero 8
• In memoria del dott. Bortolo Mazzotti, tenente medico 15 Ascari eritrei, morto per la patria
• cadutigrandeguerra.it
• Albo d’oro dei Caduti e Dispersi della 1ª Guerra Mondiale, Vol. XI (Lombardia II), p. 544
• istituto nastroazzurro
• ANNUARIO DELLA R. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
• La provincia di Brescia
• La sentinella bresciana
• Gazzetta di Parma
laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna il 16 dicembre 1913 con la tesi dell’appendicite.
Nel giugno del 1914 partì volontario, come tenente medico, per la Libia. Giunto a Bengasi fu assegnato allo squadrone Piacenza e Savari per passare poi nel mese di agosto al 15° Battaglione Ascari Eritrei.
In ottobre si trasferì col suo Battaglione in Tripolitania e poi nel Fezzan. Dopo aver partecipato a una sequela di combattimenti trovò la morte nello scontro a Tarhuna il 18 giugno 1915, alle ore 18.00 dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile nemico.
MEDAGLI D'ARGENTO AL VALOR MILITARE
Costretto di continuo a curare i feriti sulla linea di fuoco; benché colpito gravemente alla mano fin dall'inizio del combattimento, continuava a prodigare l’opera sua pietosa, mirabile esempio di tenacia, di coraggio e di altruismo. Nell’ultima fase del ripiegamento, mentre si difendeva in un gruppo di ufficiali, colpito al capo, cadeva fulminato. Tarhuna, 18 giugno 1916.
[...] Si, egli morì da eroe, come da eroe aveva combattuto con noi!
Ebbe campo nelle varie vicende del Battaglione di esplicare la sua abilità di medico, e di dimostrarsi soldato!
Solo sulla linea di fuoco, con ammirevole cura, medicava i feriti, come li avesse medicati in un ospedale ove regna la calma!
Coraggioso, calmo di fronte al fuoco nemico, era di esempio ai colleghi, agli inferiori!
Dopo la mortale ferita del Colonnello, gli fu più figlio che scienziato! Lo assistette notte e giorno con abnegazione e sacrificio ammirabile.
Il povero Colonnello lo amava come suo figlio!
Purtroppo il fato avverso doveva recidere la sua giovane esistenza togliendolo alla famiglia, alla fidanzata, ai colleghi, agli amici.
Una palla nemica lo uccise!
Eravamo assieme nel ripiegamento da Tarhuna.
Erano le 18. Un forte nucleo ci inseguiva! ma la
nostra calma teneva lontano i ribelli, che avrebbero voluto circondarci.
Una scarica micidiale si udì!
Il BORTOLO mi era distante due passi! Ahimè!
lo vidi stramazzare a terra pesantemente! Saltai giù dal mio muletto! Era già morto! fu colpito alla testa e morì senza proferire parola! Purtroppo ero solo, avrei voluto compiere l’ultimo tributo all’estinto! Il nemico si avvicinava ed il fuoco si faceva più vivo! Ero già ferito! Un saluto straziante........ lo lasciai!
Piansi sulla sua immatura morte!
Questa è l'esposizione veridica della fatale giornata! [...]
Tenente Aiut. Maggiore 15° Eritrei FERRETTI LUIGI
Dopo quattro mesi di angosciosa speranza, l’annunzio ferale è giunto! Quando nel lontano luglio arrivò ai nostri cuori il primo triste allarme, e ci si comunicò che nulla si sapeva della sua sorte dopo
il fatale combattimento di Libia del 18 giugno, l’animo nostro si ribellò a pensare per Lui una infausta fortuna.
Poi riuscendo vana ogni sorta di indaginose ricerche con amaro sforzo ci adattammo all’idea che realmente un crudo destino l’avesse colpito, ma non volevamo, non potevamo convincerci che fosse tolto alla famiglia un figliuolo diletto, a noi un amico impareggiabile.
Tutto pensammo; come ad un aiuto supremo ci avvinghiammo alla vaga parola « disperso » ed ogni giorno con assillante pazienza si aspettava un po’ di luce che ci togliesse da un incubo straziante...... tutto pensammo, fuorchè ci venisse in modo sì atroce spezzata l’estrema speranza di rivederlo.
Pure davanti al fatto irreparabile, per la traccia che Egli ha lasciato di sè nei nostri animi, sentiamo in noi una forza che ci impedisce di convincerci della sua dipartita.
L’espressione «mai più » supera la capacità di rassegnazione del nostro affetto infranto; mai più ci apparirà dinanzi eretto nella persona, sorridente e sereno sempre? mai più udremo la sua parola corretta nello scherzo facile, prudente ed equanime nelle affermazioni e negli apprezzamenti, generosa nelle indulgenze, forte e schietta negli affetti, aperta alla verità, pronta all’entusiasmo incondizionato per le cose buone? mai più potremo scoprire in Lui una delle tante virtù d’animo e d’ingegno, che Egli così gelosamente custodiva, per le quali ad ognuna che gli carpivamo, sentivamo più forte la simpatia e più saldo l'affetto?
Quali frasi useremo, per lenire, se fosse possibile, un tanto dolore alla Madre, alle Zie, alle sorelle sconsolate, cui mancherà d'ora in avanti l'affetto di Lui, così tenero ed appassionato?
Che diremo alla desolata fidanzata, cui solo rimane del sogno di sua vita il ricordo di un amore immenso, il voto straziante di un avvenire pieno di promesse e sorrisi?
Che diremo ai fratelli, agli amici suoi, che tanto Lo apprezzavano e gli erano legati perchè sotto un’apparente e rude freddezza avevano scorto un cuore generoso, fervido, altruistico; una mente sana, aperta, nutrita di promesse; un amore caldo per le bontà e bellezze della vita?
Che diremo ai compaesani che Lo amavano perchè gioviale e buono, che Lo stimavano perchè colto e modesto, che lo compiangeranno perchè già ne avevano valutate le doti di medico valente, premuroso ed assiduo?
Non lagrime, non lamenti sulla bara di Lui che morì compiendo la più santa delle opere umane e civili, che fra i primi si fece olocausto alla Patria, dacchè l’Italia si eresse a sublime difesa della civiltà e della sua maggiore grandezza!
Dottor LUIGI SANI
FONTI
• Giornale di Medicina Militare 1915
• Giornale di Medicina Militare 1918
• Il Policlinico Sezione pratica · Volume 22 1915
•Biografie Mediche numero 8
• In memoria del dott. Bortolo Mazzotti, tenente medico 15 Ascari eritrei, morto per la patria
• cadutigrandeguerra.it
• Albo d’oro dei Caduti e Dispersi della 1ª Guerra Mondiale, Vol. XI (Lombardia II), p. 544
• istituto nastroazzurro
• ANNUARIO DELLA R. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
• La provincia di Brescia
• La sentinella bresciana
• Gazzetta di Parma