Il Fascismo Bresciano
Una sera d'aprile, sul finire del ‘19 — l'anno tragico della demenza rossa — e quando la primavera si annunciava con i suoi fiori e le sue speranze e le sorti maturavano con la stagione, dieci ragazzi di fede pura e ardente costituivano il Fascio Bresciano di Combattimento, uno dei primissimi d' Italia.
Erano tutti diversi di età, di abitudini e di condizioni, ma tutti affratellati in una stessa religione eroica, tutti riuniti in un voto di amore e stretti in un giuramento di bellezza.
Allora le turbe dei disertori della guerra, i rifiuti della galera ed i lesionisti rinnegatori della Patria, insultavano i sentimenti più sacri di chi aveva combattuto e di chi sul petto portava i segni del valore e della gloria e nelle carmi quelli del martirio.
Il simbolo della Patria era sfida alla morte che attendeva di giorno e di notte, in agguato nel vicolo solitario è nella vin frequentata, la sua vittima. Sulla città che aveva conosciuto l'ardimento di Tito Speri e l'epopea leggendaria delle sue genti nelle dieci giornate imperava il sovversivismo rosso.
Così era ridotta l'Italia di Vittorio Veneto.
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La sala nuda è misera del Caffè Maffio fu la prima sede del Fascismo Bresciano ed in breve fu troppo angusta per contenere le squadre di fascisti ardenti e fedeli.
Augusto Turati anima di ferro e cuore di fanciullo ascese al posto di fiducia è si accinse al lavoro.
Lentamente il Fascismo Bresciano assumeva una sua fisionomia. Fasci sorgevano nella Provincia assimilando gli uomini migliori della guerra e della pace.
Chiari, Lonato, Bagnolo Mella, Breno, Salò, Sirmione, in ogni plaga della Provincia il gagliardetto raggruppava un nucleo di fascisti, e dai paesi vicini accorrevano sotto le nostre bandiere lavoratori è agricoltori.
Nell'opera di propaganda e di penetrazione fu di ausilio l’organo della stampa. Si chiamò Fiamma ed arse col fuoco che animava le volontà pure delle schiere volontarie e condusse le più belle battaglie senza tregue è senza incertezze.
Quando i Fasci della Provincia costituirono la Federazione Provinciale dei Fasci di Combattimento Fiamma ne divenne il settimanale ufficiale e il vessillo più battagliero.
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La sede venne trasportata in un salone dell'Albergo d' Italia e pochi mesi dopo si trasferì in via Solferino. Erano due locali miseri, ed unica luce erano gli occhi pensosi di un'effigie del Duce.
La prima amministrazione Comunale conquistata dai fascisti nel bresciano nel lontano “21 fu quella di Sirmione e successivamente senza scosse e senza urti il Fascismo si affermò in moltissimi altri Comuni.
Nel campo sindacale le cose procedevano ugualmente. Primi ad essere costituiti furono i sindacati contadini; seguiti dai ferrovieri, postelegrafonici, metallurgici, agricoltori e moltissime altre categorie.
Lo sciopero agrario del del ‘22 fallì completamente grazie alla forza del Fascismo Bresciano che in cinque giorni vinceva una delle più grandi battaglie sindacali dell'epoca salvando il raccolto da sicura rovina e ottenendo per i lavoratori importanti miglioramenti.
Il successivo sciopero generale venne fatto rientrare e nelle fabbriche e per i campi gli artieri ed i contadini continuarono il loro lavoro.
Accanto agli organismi politico-sindacali, silenziosa ed operante la Milizia fascista combatteva la sua battaglia, Erano tremila decisi e pronti agli ordini del Console Augusto Turati.
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L'ottobre della rivoluzione non interruppe il lavoro paziente e proficuo. In quei giorni anzi si concretò la trasformazione del settimanale in quotidiano.
Il Fascismo poté occupare il 2 novembre la nuova sede: Federazione Fascista, Avanguardie, Balilla, Sindacato, Fascio di Brescia è Fasci Femminili si installarono nel palazzo già Monte di Pietà.
L'Unione Cooperativa di consumo, che aveva distribuiti in città ben quindici negozi, venne conquistata dal Fascismo e sistemata finanziariamente iniziò la sua preziosa opera di calmiere.
Il crescente continuo sviluppo del movimento rese necessaria la ricerca di nuovi locali. E nello storico Palazzo Broletto fu possibile sistemare convenientemente la sede definitiva. Oltre agli Uffici delle organizzazioni predette vi ebbero posto: la redazione, amministrazione e tipografia de Il Popolo di Brescia, la Federazione dei Comuni fascisti, l'Ufficio Medico legale della Federazione Sindacale, l'Ufficio di collocamento, il Circolo rionale B.Mussolini, la Colonia alpina Benito Mussolini, il Gruppo sportivo fascista, la Scuola dei segretari comunali, la Biblioteca delle Corporazioni sindacali, e tutte le Corporazioni che avendo assunto notevole importanza abbisognavano di uffici separati come gli edili, tessili, dipendenti dei Comuni, della Scuola, dell'alimentazione, dei serici.
Cinquantamila inscritti ai Sindacati e venticinquemila Fascisti sono irregimentati sotto i gagliardetti e le fiamme e marciano sicuramente verso mete più alte e destini radiosi.
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Il serto della Vittoria è irrorato dal sangue dei fratelli più puri perché la guerra nostra ha il suo viso d'orrore. Dieci dei migliori vennero coronati martiri quando la primavera sorrideva ai giovani ed il canto della vita e della fede animava le schiere belle delle camicie nere bresciane.
I martiri sono risaliti al paradiso dei forti e più non sanno di miseria e di tristezza; il loro sacrificio è pegno di bene e di grandezza per la Patria.
J. ATLANTICO FERRARI
1925





