MOVM Luigi Tempini da Pisogne


Il 18 marzo 1937 periva in terra di Spagna il capo manipolo MOVM LUIGI TEMPINI da Pisogne (BS) di soli 26 anni già reduce dell'A.O.I.
Ora, sprazzo di luce spirituale vivissima è giunto a noi il suo testamento spirituale che è l'eroica esaltazione dell'ideale e sprone al superamento di se stessi.


“Chiedo perdono alla mia mamma adorata per il nuovo dolore che arreco al suo cuore reso santo attraverso la sua travagliata esistenza di rinunce, sacrifici, lavoro ed ansie.
Il suo grande spirito di abnegazione, la sua granitica Fede in Cristo, Signore di chi è in sofferenza, ed il suo alto sentimento fascista mi sono di conforto.
Parto sereno e tranquillo. Spero che il buon Dio mi protegga perché io possa sempre compiere il mio dovere. Sono orgoglioso dopo aver contribuito per la conquista dell'Impero che darà il benessere materiale ai nostri figli, di potere ora contribuire per l'Impero della dottrina che apporterà a TUTTI I FIGLI la conoscenza del vero e del giusto rendendoli migliori nella pace delle volontà buone.
Invito i giovani ad essere generosi d'entusiasmo e di opera per la nostra grande Patria.
Agli avari ed ai pusillanimi grido che se non hanno il cuore sterile possono e devono trovare i mezzi spirituali e materiali per valorizzare la loro Tessera del Partito.
Parto con nel cuore la mia mamma buona...
Desiderei che i miei cari dopo che sarà loro liquidata la mia polizza d'assicurazione di L. 50.000 (Cinquantamila) elargissero L. 5.000 per la “Casa del Fascio” - L. 2.000 per l'Opera Balilla - L. 1.000 al Ricovero dei Vecchi - L. 1.000 alla Scuola di Avviamento al Lavoro - L. 1.000 in beneficienza che sarà da loro stabilita.
Se morissi nel compimento del mio dovere desidererei che il mio corpo rimanesse in pace nella terra che vide la mia fede tramutata in azione. Chi mi volesse ricordare elargisca quanto può per beneficenza alle istituzioni fasciste.
Ai miei amici il mio più sincero saluto come sincero è sempre stato il mio affetto verso di loro.
Che Dio mi tenga in grazia per il premio dell'eternità vicino a mia madre!”

LUIGI TEMPINI


Questa bella figura di giovane che in vita ha realizzato integralmente l'insegnamento del Fascismo e con la morte sul campo «il trionfo dell’Impero della dottrina che apporterà a tutti i figli la conoscenza del vero e del giusto, rendendoli migliori nella pace delle volontà buone» ha segnato il vertice mistico della solidarietà umana e cristiana.

Nato a Pisogne il 7 giugno 1911 da Vincenzo e Giovanna Rachele, ultimo di una numerosa schiera di figli, in una famiglia di insegnanti, fu l'oggetto delle cure premurose della madre piissima ed espertissima educatrice di intere generazioni di fanciulli.

Animo esuberante e proteso verso il pensiero e l’azione, abbracciò già sui banchi della scuola il Fascismo, del quale sì fece subito apostolo tenace ed entusiasta fra i compagni; militò nelle organizzazioni giovanili divenendo poi, appena diplomato ragioniere presso l'istituto Tecnico di Lovere, nel 1929, ardente organizzatore ed istruttore amato dei Balilla ed Avanguardisti del paese natale.

Nello stesso 1929, si iscrisse alla M.V.S.N. e dopo ch'ebbe compiuto il servizio militare come ufficiale di complemento, gli venne assegnato il comando della 13° Centuria alpina della Milizia stessa.

Nel nuovo posto le sue qualità di Comandante si manifestarono ancor meglio, poiché seppe in poco tempo dare a! reparto la massima efficienza e farne un blocco di anime e di volontà. I fatti hanno dimostrato l’ascendente che il CapoManipolo Luigi Tempini aveva sui suoi uomini.
Quando si profilò l'ineluttabilità della Guerra Imperiale, tutti i suoi uomini validi, partirono volontari con lui e andarono a far parte di quel Battaglione «Brescia» della «XXVIII Ottobre» che sulle Ambe africane tradusse in azione il suo motto:
«Iterum rudit iaena».

I brani salienti delle lettere che Egli scriveva a casa ed agli amici, danno un concetto esatto dell’entusiasmo col quale Egli partecipò alla guerra. In Lui l'ansia e il desiderio del combattimento furono l’espressione dello spirito anelante al trionfo del diritto della sua Patria e ne sono prova le molteplici testimonianze dei suoi militi, per i quali Egli fu un trascinatore. Vogliamo riferire un tratto di lettera, che Luigi Tempini mandò al fratello Pietro prima della battaglia del Tembien:

«Da tre giorni è incominciato il combattimento qui nel Tembien, avanti a noi qualche chilometro. Ora arriva l'ordine di partire... Tu dì alla mamma che ti ho scritto, che stò bene e che noi siamo ad Hausien dove non vi è nessun pericolo. A lei non posso scrivere perché ho troppa fretta! Tutti vi ricordo nella mia felicità presente. Romba il cannone e vorrei avere le ali per giungere più presto! Qui, anche quando si è attaccati non si muore mai...».

Conclusasi vittoriosamente la guerra, Luigi Tempini ritornò fregiato d’azzurro, modesto e semplice, senza nulla chiedere per sé, pago solo di poter collocare i suoi militi.

Aveva appena trovato un buon impiego che gli apriva la via ad una brillante carriera civile, quando si andavano formando i primi gruppi dei generosi che accorrevano volontariamente nella Spagna martoriata e minacciata da orde di barbari senza nome e senza Patria.

Egli non esitò un momento. Cavaliere dell’ideale partì insieme ad altri sette de' suoi pisognesi (ndr Il solo numero consentito dall’organico), già volontari d’Africa, per la nuova crociata, in difesa della Religione e dell'idea Fascista nel mondo. E colà, dopo aver combattuto nelle più aspre battaglie, in quella di Guadalajara il 18 marzo 1937 lasciava gloriosamente la vità esclamando: «Muoio contento per la Causa Fascista. Viva l'Italia - Viva il Duce».

Quando un giorno sarà dato di levare il velario su quello che accade in Spagna, sapremo con precisione quanto Egli e i Volontari del Fascismo hanno compiuto in quella terra.

Ora, sprazzo di luce spirituale vivissima è giunto a noi il suo testamento che è l'eroica esaltazione dell'ideale e sprone al superamento di se stessi.

Fonte: PdI  '37



Medaglia d'oro al valor militare

TEMPINI Luigi, da Pisogne (Brescia), capomanipolo 524a Bandera «Carroccio». (Alla memoria). — In commutazione della medaglia d’argento al valor militare, conferitagli con Regio decreto 24 febbraio 1939-XVII.

«Volontario della guerra di Spagna e già volontario in quella per la conquista dell’impero, dimostrò in azione elette qualità morali, assoluta dedizione al dovere, ardente fede fascista nei moventi ideali della lotta. Nei numerosi combattimenti cui prese parte, si distinse per perizia militare e sereno sprezzo del pericolo. Durante la battaglia di Guadalajara, sottoposto col suo reparto a violenti attacchi dell’avversario e minacciato di accerchiamento, reagiva con indomita fierezza trascinando più volte il suo plotone ad epici contrattacchi. Colpito a morte, rivolgeva il suo ultimo pensiero al Duce ed alla Patria».

Brihuega — 14-18 marzo 1937-XV

Medaglia d'argento al valor militare

TEMPINI Luigi, da Pisogne (Brescia), capomanipolo 524a bandera «Carroccio».
«Comandante di plotone fucilieri, durante un violento attacco dell’avversario, appoggiato da carri-cannone, si distingueva per singolare capacità ed ardimento. Minacciato, coi suoi uomini, di accerchiamento, si gettava più volte al contrattacco, finché cadeva mortalmente colpito».

Brihuega — 18 marzo 1937-XV

Medaglia di Bronzo al valor militare

TEMPINI Luigi fu Vincenzo e di Giovanna Rachele, da Pisogne (Brescia), capo manipolo 14a legione CC.NN.
«Ufficiale addetto al comando di battaglione, durante un lungo e violento combattimento dimostrò coraggio e sprezzo del pericolo».

Uork Amba, 27 febbraio 1936-XVI

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